Il Centro storico di Sorso
Il centro storico di Sorso presenta un impianto medievale, col cardo maximus costituito dalla via Umberto I. Antichi documenti definiscono Sorso "oppidum", ossia città fortificata.
Il nucleo medievale si articola in corti, alla maniera toscana, con stradine lastricate da ciottoli di fiume (in dialetto locale, triddhìa). Le abitazioni del centro storico, oggi restituito all’aspetto originario, sono di semplice architettura, costruite con calcare tufaceo estratto da cave presenti nel territorio, la cui igroscopicità causa un notevole degrado. La loro caratteristica più importante, data la vocazione agricola della città, è data dai vasti ambienti al piano terra, voltati a crociera o a botte, un tempo adibiti (in parte, ancora oggi) a deposito dei prodotti agricoli, mentre il piano superiore era destinato all'abitazione.
Il cuore della città è la piazza Sant’Agostino che prende il nome dall’omonima chiesa che vi si trovava al centro, demolita intorno alla metà dell’Ottocento, dopo aspre polemiche, per far posto alla strada che l’attraversa. Sulla facciata di un palazzo sito nel lato sinistro della piazza è incastonato lo stemma nobiliare della famiglia Pilo, il quale rappresenta una mano che stringe per i capelli la testa recisa di un pirata barbaresco. Un membro di questa casata, Giovanni, nel corso della prima metà del XVI secolo, fu per alcuni anni Signore di Romangia.
Da piazza Sant'Agostino si accede a via Marconi nella quale è situata l'antica dimora dell'avvocato Antonio Catta, sindacalista, giornalista, fondatore della Camera del Lavoro di Sassari e primo sindaco socialista della Sardegna, il quale guidò Sorso negli ultimi anni del XIX secolo. Sulla facciata del palazzo è murata una lapide dedicata a Felice Cavallotti, leader della sinistra italiana alla fine del XIX secolo, il quale visitò Sorso durante uno dei suoi viaggi nell'Isola.