Olio
Come la vite, anche l’olivo ha avuto, nel lungo cammino della storia una duplice importanza, sia alimentare che simbolica. Il suo progenitore selvatico, l’olivastro, di cui la Romangia è ricchissima, era conosciuto già in epoca preistorica come elemento indicatore dell’area mediterranea.
La coltivazione dell'ulivo subì un arresto nel periodo punico, durante il quale fu imposto l’obbligo di abbattere gli olivi in favore della produzione cerealicola. La coltivazione riprese in epoca romana, forse contemporaneamente a quella della vite; ma la produzione dell’olio si affermò definitivamente nell’Isola nei secoli successivi trovando durante il periodo spagnolo la maggior diffusione, grazie anche agli incentivi voluti dall’imperatore Carlo V. A Sorso essa culminò nel tardo XVIII secolo, portando la Romàngia a livelli di eccellenza.
L’olio di Sorso, proveniente in prevalenza dall’oliva di varietà bosana, specie dominante nel sassarese, è verde, compatto e fluido alla spremitura mentre, con la stagionatura, vira verso il color oro, mantenendo un sapore e un profumo inconfondibili.
Ottimo per qualsiasi uso di cucina, eccellente con le insalate verdi, col pomodoro fresco e secco e con la rucola selvatica.
Dal 2021 il Comune di Sorso fa parte dell' Associazione Nazionale Città dell'Olio che riunisce i Comuni, le Province, le Camere di Commercio, i GAL e i Parchi, siti in territori nei quali si producono oli che documentino adeguata tradizione olivicola connessa a valori di carattere ambientale, storico, culturale e/o rientranti in una Denominazione di Origine.
L' Associazione ha tra i suoi compiti principali quello di divulgare la cultura dell’olivo e dell’olio di oliva di qualità; tutelare e promuovere l’ambiente ed il paesaggio olivicolo; diffondere la storia dell’olivicoltura; garantire il consumatore attraverso la valorizzazione delle denominazioni di origine, l’organizzare eventi, l’attuazione di strategie di comunicazione e di marketing mirate alla conoscenza del grande patrimonio olivicolo italiano.